Il 21 giugno 2018 è morto il giornalista e opinionista politico Charles Krauthammer. Ha collaborato a lungo per il Washington Post, per la FoxTv e nel 1987 vinse anche il premio Pulizer per le sue acute analisi sulla politica nazionale americana. Fu un importante sostenitore di Reagan e uno dei maggiori personaggi della corrente neo-conservatrice americana, la sua biografia culturale è perfettamente ricostruita in questo breve, ma pregnante, articolo di Stefano Magni su Agenda Liberale che consiglio vivamente di leggere.
Non voglio però dilungarmi oltre sulla sua vita perché vorrei soffermarmi brevemente sull’aspetto che mi ha fatto conoscere Krauthammer, ovvero la sua riflessione sulla politica internazionale indissolubilmente legata al saggio del 1990 su Foreign Affairs “The Unipolar Moment”. Qui Krauthammer delineava, ancor prima del definitivo crollo dell’Unione Sovietica, una politica internazionale dominata dalla posizione di assoluto dominio degli Stati Uniti, unica Superpotenza rimasta. Delineava quindi un sistema internazionale, per la prima volta nella storia, unipolare, ovvero con un unico centro di potere, in cui tale posizione non era contesta da nessun altro attore. Gli Stati Uniti dovevano poi sfruttare quel momento per rafforzare tale situazione e in questo senso vanno poi lette le politiche successive dei neo-con americani come, per esempio, l’enfasi posta sulla cosiddetta RMA (Revolution in Military Affairs), ovvero un aggiornamento dello strumento militare americano fortemente basato sui soli aspetti tecnologici, e sulle politiche di intervento all’estero. Krauthammer, infatti, si rendeva conto che quello era solo un momento ed era compito dei governanti dell’epoca cercare di farlo durare il più a lungo possibile.
Certamente fu una posizione controversa e già dopo la guerra in Iraq del 2003 quella collocazione americana nel sistema internazionale pareva compromessa come poi apparirà evidente dopo le Primavere Arabe, il ritorno della Russia e il consolidarsi della Cina. Krauthammer e il suo “momento unipolare” restano però elementi importanti per chi vuole comprendere le Relazioni internazionali tra fine XX e inizio XXI secolo.