Da alcuni mesi ho lanciato con il supporto della Fondazione ICSA il progetto OISMed, ovvero l’Osservatorio ICSA per la Sicurezza nel Mediterraneo con l’obiettivo di dare continuità allo studio della situazione geopolitica nell’ampia regione del Mediterraneo. Il nostro primo sforzo analitico è uno studio appena pubblicato da Rubbettino intitolato “Conflitti e sicurezza tra Libia e Sahel”
Si tratta di un’analisi sul problema libico, sempre più intricato alla luce anche delle recenti elezioni fallite, ma affrontato con uno sguardo grandangolare che mira a prendere in esame la situazione libica da una prospettiva diversa, non nord-sud (ovvero dall’Europa e dall’Italia), bensì sud-nord ossia analizzando le cause dell’instabilità in Libia guardando al Sahel dove agiscono molti gruppi non-statuali variamente legati sia al terrorismo internazionale di stampo jihadista sia a importanti flussi criminali. Comprendere meglio quali siano le dinamiche legate alla sicurezza che oggi attraversano quei Paesi e influenzano quell’area è fondamentale se si vuole realmente comprendere l’insicurezza e la fragilità del Nord Africa, della Libia nello specifico, e dell’intera regione del Mediterraneo allargato.
A tal file il lavoro si sviluppa in sei agili capitoli che affrontano i temi più cruciali. Il primo di Carlo De Stefano coglie la centralità dell’area del Mediterraneo per il nostro Paese, il secondo capitolo porta la mia firma e si focalizza sul ruolo e sui rischi dei moderni attori non-statuali. Michela Mercuri, una dei massimi esperti italiani di Libia, si è invece interessata alla situazione interna del Paese con un particolare focus sui gruppi jihadisti che operano lì. Giancarlo Capaldo ha affrontato i rischi del jihadismo in Africa inserendo quindi il discorso libico in un quadro più vasto. Alessandro Locatelli ha invece studiato le dinamiche legate ai traffici criminali che finanziano il terrorismo, un aspetto assolutamente cruciale per l’instabilità del’intera regione, mentre Filippo Tiburtini ha esaminato il ruolo internazionale nel cercare di contenere lo sgretolarsi della situazione nel Sahel.
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