E’ uscito il mio ultimo lavoro “Guerra e Strategia nel XXI secolo” presso Editrice Morcelliana. Si tratta di un testo articolato che cerca di unire una prospettiva più teorica a una più pratica legata ai casi studio di conflitti contemporanei, in particolare l’operazione della Russia in Siria e alcuni aspetti sul conflitto in Ucraina (anche se il testo non è focalizzato su questo conflitto).
Lo scopo del lavoro è quello di contestualizzare nel dibattito strategico e nella realtà pratica il concetto più che abusato di “guerra ibrida”, cercando di delinearne gli elementi di novità e di segnalarne gli usi più ideologici e propagandistici. A tal fine il lavoro si divide in 4 capitoli principali (qui l’indice completo) più introduzione e conclusioni.
Nel primo capitolo cerco di sintetizzare il dibattito strategico contemporaneo intorno ai due concetti di “Hybrid Warfare” e “Gray Zone Warfare”. Entrambi sono stati impiegati per descrivere la politica estera della Russia di questi ultimi anni, ma presentano entrambi diversi limiti. Infatti, il problema principale è che entrambe le nozioni mettono in luce degli aspetti della politica estera e dei conflitti che non sono tipicamente nè esclusivamente russi, bensì impiegati nel corso degli ultimi decenni da tutti gli attori del sistema internazionale, Stati Uniti in testa. Di conseguenza sono concetti poco precisi. Tuttavia, se applicato a un contesto diverso, ovvero quello degli attori non statuali, il concetto di guerra ibrida acquisisce una diversa valenza e una capacità esplicativa ben maggiore, poichè sottolinea come oggi grazie alla moderna tecnologia i moderni attori non statuali possano compiere operazioni altamente sofisticate. Nel libro cito il caso di ISIS, che ho ampiamente studiato in passato (Qui e Qui), ma le stesse idee si possono applicare in modo perfetto anche ad Hamas e all’attacco del 7 ottobre 2023. Il che testimonia la validità della teoria proposta nel volume.
Il secondo capitolo è, invece, uno sguardo al pensiero strategico russo del post-Guerra fredda. L’obiettivo del capitolo è duplice. Da un lato ricostruire il pensiero russo nel moderno scenario internazionale e nel quadro delle moderne tecnologie e in questo senso è importante anche la riflessione di un teorico della prima metà del XX secolo, Eugeny Messner, che inizò a riflettere sull’impatto delle strategie di comunicazione sulla guerra. Si tratta di un paragrafo originale che sottolinea l’importanza della propaganda. Dall’altro lato il capitolo sottolienea come il concetto di guerra ibrida se applicato alla strategia russa sia del tutto fuorviante perchè non viene utilizzato dai teorici russi nè questi ragionano in quei termini, mentre invece descrivono le capacità operative e le modalità americane e occidentali in genere.
Il terzo capitolo passa ad analizzare il lato pratico dei conflitti e in questo caso l’intervento russo in Siria. L’obiettivo non è tanto quello di scrivere una storia dell’operazione di Mosca a sostegno di Assad, anche se in parte ciò viene fatto, quanto quello di far notare al lato pratico come la Russia abbia impiegato il suo arsenale convenzionale più che un qualche approccio ibrido.
Il quarto capitolo allarga lo sguardo a diversi conflitti degli ultimi due decenni, Iraq e Ucraina inclusi, per delineare alcune delle principali tendenze strategiche: dall’urbanizzazione dei conflitti; al crescente ruolo degli attori non statuali; ai limiti della moderna tecnologia.
E’ un testo che vuole offrire diverse chiavi di lettura sul fenomeno bellico odierno, su come viene interpretato e su quali dinamiche lo stanno maggiormente influenzando. Non mira a toccare tutti gli aspetti, ma certamente ne analizza i più significativi mettendo in guardia da semplificazioni e interpretazioni ideologiche.